Quello che emerge, in modo inequivocabile, è il declino di un settore che può e deve fare molto di più: dal 2006 gli acquisti interni di frutta e verdura sono crollati in maniera “strisciante” del 18%. Particolarmente significato il meno 7% della frutta fresca - l’aggregato più importante - nell’ultimo quinquennio. Certo, ci sono settori in controtendenza, come frutta secca, IV gamma, biologico. Ma il quadro generale è preoccupante. E, cosa particolarmente grave, manca la percezione di questo calo. Nella filiera, così come tra i consumatori. Che, paradossalmente, credono di mangiarne a sufficienza.Urge dunque una rapida inversione di rotta. Come? Ne hanno discusso, basandosi sui risultati della monografia, 75 protagonisti della filiera nel corso dei sei “laboratori” tematici che si sono svolti durante la mattina. Nel pomeriggio, dopo, il light luch, la sessione plenaria nell’Auditorium ha tirato le somme coinvolgendo i moderatori dei tavoli ed alcuni protagonisti della grande distribuzione.
Le parole chiave per tornare in alto? Roberto Della Casa, managing director di Agroter e fautore dell’innovativo evento ne ha scandite cinque: spazio (quello nei reparti ortofrutta è ormai insufficiente), benessere, servizio, prestazione, (in)formazione. Per raccontare più e meglio le straordinarie storie dei prodotti ortofrutticoli.
“I problemi del settore - ha detto Della Casa - sono ormai comuni a tutte le fasi della filiera e sono riconducibili all’aspetto economico: manca redditività dalla produzione alla Gdo, manca capacità di esprimere e dare valore. Spesso, sulle tavole arriva ortofrutta cattiva, mentre quella buona si perde per strada”.Dunque gli italiani, da 10 anni, credono di comprare le stesse quantità di ortofrutta quando invece ne acquistano meno. E quel che è peggio, ritengono di mangiarne abbastanza. “Solo superando il divario tra percezione e realtà potremo seriamente sperare di invertire la tendenza negativa”, ha detto Della Casa.
“Disponiamo di prodotti fantastici, ma permettiamo ad aziende che producono integratori di rubarci colori e valori, al mondo dell’industria di utilizzare frutta e verdura per veicolare i loro progetti mentre noi ci accapigliamo sul centesimo. Così non va”.
Per il presidente di Adm Giorgio Santambrogio, ospite d’onore della giornata, il “problema di disvalore a livello orizzontale e di filiera è evidente”. E la reazione deve essere comune: “dobbiamo ricominciare a vendere insieme. I retailer hanno bisogno dei produttori per creare storytelling e far sì che con i prodotti ortofrutticoli si crei un rapporto empatico, evitando la massificazione e il dominio dell’e-commerce. Insomma, dobbiamo ricreare il piacere di fare la spesa…”.In chiusura una domanda di Della Casa al pokerissimo di esponenti della moderna distribuzione: “Oggi le vendite di ortofrutta in Gdo valgono mediamente il 12-13% del fatturato totale dei Pdv: nei prossimi dieci anni potranno raggiungere e superare il 20%?”. “Sì ma serviranno cambiamenti profondi”, la risposta corale.
Think Fresh ha posto il primo mattone: al settore il compito di costruire la riscossa.